Lisetta e Micia di Silvana Golle

Sezione: Racconti

Franco lamensa

Lisetta e Micia di Silvana Golle

È la storia di Lisetta, una piccola cagnetta “bastardina” che tre anni fa nonna Lucia ha raccolto a Busca, provincia di Cuneo, abbandonata da qualcuno, e l’ha portata a casa sua in quel di San Vitale. Inutile dire che la piccola si è subito affezionata alla nuova casa ed ai suoi abitanti. Ma Lisetta non era sola quando è stata raccolta da nonna Lucia. Infatti un mesetto dopo, proprio per Pasqua, ci ha fatto una bella sorpresa mettendo al mondo due bellissimi cucciolotti bianchi e neri: un maschietto e una femminuccia. In famiglia si è cercato di dividere “il male a metà” (si fa per dire…) e mentre il maschietto finiva a Saluzzo in casa di mia sorella, la femminuccia entrava a casa nostra, con grande gioia e delizia di noi tutti.

Scoprimmo pian piano che era terrorizzata dai tuoni ed aveva paura delle scope e dei bastoni in generale. Segno che qualcuno l’aveva picchiata e che sicuramente aveva trascorso notti sotto i temporali. Paura che non ha perso completamente, ma ora sa che quando piove può rifugiarsi in casa e rimanerci fìn quanto vuole, senza che nessuno la sgridi o la metta fuori.

Lisetta continua così la sua regolare esistenza nel bel giardino di nonna Lucia, in compagnia di una gattina grigio/tigrata che noi chiamiamo semplicemente “Micia”. Dire che vivono in simbiosi non è un’esagerazione perché le due bestiole, sin dall’inizio condividono tutto… persino la cuccia. Giocano come due grandi amici: il gatto si struscia sotto il collo del cane più e più volte, senza che Lisetta dia segni di fastidio, anzi… sembra gradire e per ricambiare, ogni tanto, gli dà una leccata in testa…

Fin qui nulla di strano, se non fosse che, un paio di mesi fa la gattina ha messo al mondo un micino. Come sempre è avvenuto in passato, anche questa volta la “sala parto” è la cuccia di Lisetta, ovvero la “residenza estiva” delle due creature… Una cuccia in legno con dentro uno strato di paglia fresca, gradevole d’estate e calda quando inizia a far freddo. Lisetta, come già è successo altre volte, assiste alla venuta al mondo del gattino e anche lei si prodiga nell’accudirlo. Lo aveva già fatto in passato e per noi è sembrata cosa normale rivederla anche in questa circostanza tutta presa in questo compito, piena di attenzioni per il cucciolotto di gatto. Provvede a pulirlo leccandolo continuamente, proprio come fa una mamma. Inizialmente lasciava la sua cuccia solo per mangiare e farsi un giretto veloce; poi tornava a prendersi cura del piccolo che noi, con poca fantasia, abbiamo chiamato “Grigino”, vista la somiglianza con il più nobile “certosino”.

Passati alcuni giorni, nonna Lucia notava che nella cuccia il cucciolo sovente era attaccato al seno di Lisetta, anziché a quello di mamma gatta. Per un po’ abbiamo pensato che fosse un gioco e che il piccolo confondesse le mamme… e che la cagnetta si prestasse al malinteso. Lisetta però aveva sempre più le tettine gonfie e un giorno, preoccupati che qualche malanno l’avesse colpita, abbiamo fatto un controllo più accurato. La nostra apprensione è svanita immediatamente quando, con un po’ di pressione sulle mammelle, scoprivamo che erano gonfie di latte… Sì, proprio latte. Lisetta si è talmente immedesimata nella parte che senza aver messo al mondo cuccioli, si è fatta crescere il latte per accudire quel piccolo micio… Credo che in termine scientifico questo episodio si possa classificare come “gravidanza isterica”.

Per me è sembrato invece un grande gesto d’amore tra animali; un grande insegnamento anche per noi umani che il più delle volle ci consideriamo esseri superiori, salvo poi leggere sui giornali di madri che partoriscono bambini e li abbandonano lasciandoli morire… Questa piccola storia di animali può insegnare invece un sacco di cose; come si può essere madri per davvero senza aver procreato; come si può amare un altro essere senza che sia della stessa razza; come può essere generoso e incondizionato un amore. Si potrebbe fare un sacco di poesia intorno a questa breve storia, ma lasciamola così com’è nata: nel silenzio della campagna, in un piccolo mondo dove queste cose sembrano del tutto naturali. Dove è “normale” che “Grigetto giochi con Lisetta e con la sua mamma naturale, senza fare distinzione alcuna, proprio come succede in una vera famiglia”.

Silvana Gollè, Cuneo