Progetto alberi

PROGETTO ALBERI
Coordinamento per la difesa del verde di Roma

Contatti:
paola.bozzi@alice.it
acchapel@gmail.com

alberidiroma

ROMA AGOSTO 2007

Premessa

Negli ultimi anni, noi, cittadini di Monteverde (come anche di altri quartieri), abbiamo assistito alla decimazione di numerosi alberi nelle nostre strade. In via Fonteiana, via di Donna Olimpia, via Innocenzo X, via Mario Alberto, via Alessandro Poerio, via Lorenzo Valla, via Guinizelli e tante altre vie del nostro quartiere e in altre zone della città, si vedono potature selvagge, tagli drastici, abbattimento di alberi antichi e morte per incuria di alberelli appena piantati. E’ ora di mettere fine a questa situazione che ci offende come cittadini rispettosi della natura e dell’ambiente e ci indigna come contribuenti per lo spreco del denaro pubblico. Un albero adulto in un’ora assorbe circa 1,5 Kg. di anidride carbonica e libera circa 1 Kg. di ossigeno. Ci vogliono 9 alberi giovani per produrre lo stesso effetto. Se il Comune di Roma vuole difendere la qualità dell’aria, deve difendere gli alberi della città.

Chi siamo: cittadini di Roma amici degli alberi stanchi di vedere il massacro del verde nella città, lungo le strade, nei parchi

Cosa vogliamo: rispetto degli alberi, rispetto del verde, dell’ambiente, della nostra salute e del nostro denaro

Perché protestiamo: perché vengono effettuate sempre più di frequente potature selvagge e fuori stagione, e vengono abbattuti troppo spesso alberi adulti; le nuove piantumazioni sono abbandonate all’incuria; abbiamo verificato una totale assenza di coordinamento tra i vari gestori istituzionali del verde (es. ufficio giardini e Ama), le aree verdi sono sottoposte ad una manutenzione sommaria

Perché gli alberi sono da salvare: forniscono ossigeno, regolano il microclima, rendono belle e ombreggiate le nostre strade, ci proteggono dal caldo e dall’afa estiva

OBBIETTIVI COORDINAMENTO

Premesso che Roma ha aderito ai protocolli di Kyoto— http://www.romaperkyoto.org — fino al 2008 per abbattere l’effetto serra e limitare il cambiamento climatico, vorremmo costituire una rete civica che possa incidere sulle decisioni politiche relative al verde urbano, e a tal fine proponiamo di:

• creare un osservatorio politico sulla gestione del verde a Roma (per ogni circoscrizione)
• aprire un dialogo tra le istituzioni e i cittadini (creare un tavolo permanente di confronto)
• portare in primo piano la salvaguardia degli alberi e del verde nelle città (unica fonte di sopravvivenza di fronte a smog, degrado e inquinamento); a tal fine promuovere anche i terrazzi giardini pensili e la nuova edilizia ecocompatibile
• chiedere una supervisione professionale sui tagli e le potature (un elenco delle ditte affidatarie); effettuare potature gentili e rispettare i tempi di potatura
• ripiantumare gli alberi tagliati e curarli
• esercitare una pressione su Ama per il mantenimento della pulizia nei parchi
• prevenire atti di distruzione verso l’ambiente (censimento alberi antichi, reintroduzione dei verdoni nei parchi e giardini pubblici, collocazione di cartelli informativi su flora e fauna e regole naturalistiche)
• introdurre materie di educazione ambientale nelle scuole

Ricerchiamo contatti e collaborazioni: cerchiamo contatti con associazioni e cittadini che hanno a cuore il problema, consulenti esperti, botanici, potatori, raccogliamo materiale; vogliamo creare un gruppo di consulenti esperti che diano voce agli alberi e ai cittadini per diffondere informazione e petizioni; vorremmo trovare dei giornalisti che aiutino a iniziare un’inchiesta analoga a quella fatta a Londra (Guardian — http://www.guardian.co.uk/g2/story/0,,207098) e vorremmo mandare materiale anche a programmi televisivi come Report, le Iene, Striscia la notizia e altri programmi legati all’ambiente o alle inchieste.

Stiamo lavorando ad un DECALOGO per la gestione biofila* del territorio urbano prevede:

1) La protezione integrale di tutta la vegetazione naturale e prossimonaturale superstite
2) L’utilizzo di specie autoctone nel decoro e nella riqualificazione urbana
3) La creazione di reti ecologiche per la protezione della fauna
4) Il rispetto delle specie ruderali spontanee nel decoro di aiuole e marciapiedi
5) Pratica dello sfalcio razionale al termine della stagione di crescita delle erbe ed effettuato rispettando specie rare e di pregio estetico o, ancor meglio, un moderato pascolo di erbivori
6) Uso del taglio arboreo solo in gravi casi di minaccia a cose e persone o per motivi legati alla salute degli alberi
7) Rispetto e riqualificazione della vegetazione ripariale
8) Creazione di aree da lasciare alla libera crescita in tutti gli spazi verdi di rilevanti dimensioni
9) Eliminazione del taglio ceduo dei boschi
10) Educazione ambientale della cittadinanza

***

Stiamo progettando un sito e/o blog informativo: vorremmo creare un blog o un sito da collegare ad altre realtà analoghe nella rete anche a livello internazionale per facilitare lo scambio di informazioni tra i cittadini di Roma.

1. Gli alberi: chi sono cosa fanno
2. Chi siamo e cosa proponiamo
3. Alberi protetti a Roma
4. Ville e parchi/proteste e proposte
5. Regolamenti comunali e regionali
6. Osservatorio politico (I buoni e i cattivi)
7. Repertorio di potature selvagge/ La giusta potatura (foto a confronto)
8. Campagne e iniziative/petizioni
9. A scuola dagli alberi : progetti didattici
10. Volantini informativi da diffondere
11. Cosa puoi fare tu

Link utili (uffici, numeri utili, associazioni)
ASSOCIAZIONI amiche del verde e degli alberi, Comune di Roma, Ufficio Giardini
ORTO BOTANICO, APAT ARPA ARF, Critical Garden, Green Guerrilla

ALCUNI INDIRIZZI UTILI

• cronaca@ilmessaggero.it
• decoro.urbano@comune.roma.it
• w.veltroni@comune.roma.it
• id.gabinetto@comune.roma.it
• urbanistica@comune.roma.it
• municipio.16@comune.roma.it •
• territorio@comune.roma.it
• d.ambiente@comune.roma.it
• info@amaroma.it

ALCUNE CORRISPONDENZE AVUTE CON L’ASSESSORE ESPOSITO

—– Original Message —–
From: “pbozzi” <paola.bozzi@aliceposta.it> To: “Assessorato Ambiente” <assessorato.ambiente@comune.roma.it>
Cc: <segreteria@romaperkyoto.org>; <ld.ambiente@comune.roma.it>; <f.mantero@libero.it>
Sent: Friday, September 07, 2007 11:19 AM
Subject: Re: cura delle alberature

Gentile Assessore,
la ringrazio della cordiale risposta.

Seguo i portali che si occupano dei progetti ambientali di Roma e la ringrazio dei chiarimenti. Proprio per questo vedo una netta contraddizione tra le parole e fatti della politica del verde a Roma. Purtroppo nei nostri quartieri vedo solo tagli, nessuno ripianta alberi (dove li stanno
piantando?) e se vengono ripiantati, almeno il 50 % muore per incuria e maltrattamento. Perché oltre a piantare alberi non si cerca di curare e tutelare anche il patrimonio di alberature antiche? perché si provvede sempre all’eliminazione drastica di alberi considerati vecchi ? o li si distrugge con capitozzature drastiche e irreversibili? (si consideri che per ogni albero adulto ci vogliono 9 alberi giovani per produrre lo stesso ossigeno).

Come lei leggerà sicuramente su Repubblica ogni giorno arrivano lamentele e segnalazioni sullo stato di abbandono e degrado del verde pubblico in tutta Roma.

La invito a farsi un giro del quartiere Monteverde che ha subito da novembre 2006 ad Agosto 2007 i seguenti interventi da me fotografati (ma sono una minima infinitesimale parte).

1) novembre : potatura drastica e abbattimento di tutti gli olmi di almeno 70 anni (sanissimi e non pericolanti) sulle vie di zona (via di Donna Olimpia, via Ozanam)

2) novembre: abbattimenti di tutte la catalpe amazzoniche di via Guinizzelli (stanno tutte ricrescendo sui monconi)

3) giugno: abbattimento incontrollato di pini e scempi di magnolie in giardini condominiali

4) luglio: potatura e abbattimenti di numerosi alberi lungo tutta la Via Olimpica

5) agosto: eliminazione di aiuole di gerani e alberi ligustri di almeno 30 anni (sanissimi e in piena fioritura) per fare un parcheggio (via Aristide Busi)

6) luglio e agosto: potatura drastica e fuori stagione di tutti i platani della gianicolense e vie limitrofe —nel pieno dello stato vegetativo

7) agosto: abbattimento di un pino secolare a Villa Pamphilii (sano e non pericolante)—moltissimi pini sono stati numerati (hanno intenzione di tagliarli?)

8) 31 agosto: in un solo giorno abbattimento ed eliminazione di tutte le robinie di 50 anni da via Fonteiana e zone limitrofe (decine e decine di alberi adulti, anzi tutti eccetto alcuni giovani)

Altri abbattimenti sparsi… e la cosa continua… abbiamo fotografato tutto.

N.B. In molte vie gli alberi mozzati hanno rivegetato in una forma pietosa; non vengono ripiantati per anni e diventano ricettacolo di immondizia; se vengono piantati non vengono innaffiati e su 10 ne sopravvivono 5… (vedi nuovi alberi di via Fonteiana).

Le faccio notare che l’intervento effettuato in via Fonteiana con
l’eliminazione di tutta l’antica alberata di robinie è stato effettuato in
un giorno, il 31 agosto.

Le chiedo:
perché i cittadini non devono mai essere informati preventivamente di quello che verrà fatto quando gli interventi sono così grossi?
Non pensa che dato che paghiamo le tasse e diamo i nostri voti abbiamo diritto anche ad avere una voce in capitolo sulla gestione del verde pubblico che appunto è “pubblico”?
Mi sembra essere stato un atto abbastanza vigliacco ed antidemocratico quello di via Abate Ugone e vie limitrofe.

Per il resto mi unisco alla voce di Francesco Mantero che le ha risposto con una lettera aperta e sottolineo solo alcune richieste.

Molti cittadini premono per:

1) avere una gestione del verde più adeguata (potature gentili e nel periodo
giusto per la pianta)

2) vedere ripiantati a breve tutti gli alberi tagliati nella zona (in certe
vie giacciono i tronchi mozzati da anni, ormai ridotti ricettacolo di
immondizia o ricresciuti in modo anomalo)—per ogni albero adulto tagliato
ce ne vogliono 9 giovani per produrre lo stesso ossigeno

3) essere informati degli abbattimenti ed avere delle motivazioni rese
pubbliche (i cittadini vogliono sapere quello che succede al verde pubblico)

4) coinvolgimento di esperti nella cura degli alberi che vivono lungo le
nostre strade e nei parchi (gli appalti per le potature sono spesso gestiti
da cooperative di operai non di giardinieri e botanici esperti)

5)coordinamento tra AMA e Servizio giardini per la gestione della pulizia
del verde (lo stato di degrado dei parchi pubblici è vergognoso)

Se non ha tempo di passare per le vie del quartiere possiamo portarle del
materiale fotografico alla Festa del Sole, dove ho letto lei sarà presente.

La ringrazio e saluto cordialmente

Paola Bozzi

—– Original Message —–
From: Assessorato Ambiente
To: paola.bozzi@aliceposta.it
Sent: Wednesday, September 05, 2007 6:22 PM
Subject: cura delle alberature

gentile Sig.ra Bozzi

nel ringraziarla per l’interesse dimostrato nei confronti della tutela del verde pubblico della nostra città, desidero illustrare il piano di risanamento delle alberature stradali in corso da alcuni anni a Roma, a cura del Servizio Giardini Comunale, che prevede interventi di potatura e di sostituzione eseguiti dopo attenti controlli sul loro stato di salute.
Sugli alberi di Roma sono stati infatti effettuati monitoraggi e indagini strumentali di precisione su tronchi e radici per accertarne la stabilità e il ciclo vegetativo.
Per questo si è deciso di rimuovere gli esemplari di viale Gianicolense, ormai vecchi e ammalati, e di sostituirli durante la prossima primavera con nuovi esemplari di sophore, in modo da ricreare una nuova alberata uniforme e rigogliosa lungo tutto il tratto stradale.
Lungi dal procedere all’abbattimento sconsiderato degli alberi, questa Amministrazione negli scorsi anni ha infatti provveduto a piantare circa 100.000 nuovi alberi nelle aree verdi di Roma e ha avviato un programma di riforestazione urbana che nei prossimi 5 anni prevede l’introduzione di
500.000 nuovi alberi. Un obiettivo inserito all’interno del del progettoeuropeo “RomaperKyoto” che promuove azioni di lotta contro gli effetti del cambiamento climatico e l’emissione climalterante dei gas serra. Riduzione dello smog e regolazione del microclima saranno i benefici ambientali della
forestazione. Infatti, è stato stimato che il piano abbatterà 29 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno; mentre i meccanismi di traspirazione e ombreggiamento prodotti dagli alberi consentiranno un risparmio energetico di oltre 6 milioni e mezzo di euro.
Con questo impegnativo progetto di riforestazione urbana, Roma ha inoltre aderito al Plant For Planet: Billion Tree Campaign, il programma delle nazioni Unite per la piantumazione in tutto il mondo almeno un miliardo di alberi.
Nel ribadire, quindi, la disponibilità ad ulteriori chiarimenti e ad eventuali occasioni di incontro, la invito a visitare il sito internet www.assessoratoambiente.it dove sono descritte le politiche di tutela
ambientale in atto nella nostra città e le invio cordiali saluti.

Dario Esposito
Assessore alle Politiche Ambientali e Agricole del Comune di Roma

> —–Messaggio originale—–
> Da: pbozzi [mailto:paola.bozzi@aliceposta.it]
> Inviato: sabato 25 agosto 2007 14.13
> A: segreteria@romaperkyoto.org
> Cc: assessorato.ambiente@comune.roma.it; ld.ambiente@comune.roma.it
> Oggetto: informazione
>
>
> Gentile Segreteria,
>
> ultimamente si è proceduto per le strade di tutta Roma alla potatura
> drastica e abbattimento di centinaia di alberi adulti. Io vivo a
> Monteverde
> e da novembre 2006 a Agosto 2007 non ho visto altro che potare e tagliare
> alberi sani e in pieno rigoglio vegetativo (fino ad agosto—-vedi come
> sono
>
> stati ridotti i platani e le robinie di Viale Gianicolense). E’ stato un
> vero massacro di motoseghe.
>
> Ieri è stato abbattuto anche un pino secolare sanissimo a Villa Pamphili.
>
> Mi chiedo se questa è la politica di Roma per Kyoto: procedere
> all’eliminazione costante del verde lungo le strade, abbattendo alberi
> adulti, e tagliandone le fronde in piena estate (ovvero fuori stagione).
>
> Per ogni albero adulto tagliato per produrre lo stesso ossigeno ce ne
> vogliono 9 giovani. Verranno mai ripiantati? e sopravviveranno da soli
> all’incuria e alla siccità in cui verranno lasciati crescere?
>
> Vorrei dire a Veltroni che oltre a pensare a Kennedy, pensasse anche agli
> alberi di Roma che stanno subendo un vero e proprio massacro silenzioso.
>
> Stiamo fotografando tutto per Roma per Kyoto. E in molti ci stiamo
> organizzando per una vera protesta pubblica.
>
> Grazie
>
> Paola Bozzi
> Coordinamento per il verde su Roma
> Roma

LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE DEL COMUNE DI ROMA

—– Original Message —–
From: Francesco Mantero
To: assessorato.ambiente@comune.roma.it
Cc: paola.bozzi@aliceposta.it ; passaparola_
Sent: Thursday, September 06, 2007 9:39 AM
Subject: lettera aperta all’assessore all’ambiente del comune di roma

cari signori
non mi piace fare la parte del cittadino lagnoso e incontentabile ma non posso esimermi da uno “sfogo” sullo stato del verde di Roma.
Purtroppo, inevitabilmente, ogni visita ad un’area verde di Roma è occasione di tristezza e sgomento per lo stato di assoluto, totale degrado delle piante, dei prati, delle attrezzature, di quello che potrebbe costituire uno degli elementi di vanto della Capitale. Posso capire lo stato patologico di molte piante dovute a smog e global change che danno preoccupazioni per possibili crolli e comportano tagli e potature, benissimo! ma non posso capire alberi e arbusti comprati , piantati ( spesso a primavera!) e lasciati morire di sete su aree verdi e viali ( fatevi un giro e vedrete la situazione!) ; non posso capire le potature oscene come quelle del parco s. sebastiano ( dove è stato tagliato anche un grosso albero in piena salute proprio davanti alla scuola giardinieri! ) forse per far posto alle bancarelle; le asfaltature dei marciapiedi che arrivano a soffocare le piante al colletto; le staccionate a pezzi, le recinzioni sfasciate, le fontane secche e piene di rifiuti, le scelte non certo azzeccate come quelle di viale aventino e viale manzoni con alberi enormi quasi tutti morti, povere querce piramidali poste in ambienti pieni di asfalto che raggiunge i 50° d’estate e dove forse solo lecci o ( ormai) palme potrebbero sopravvivere. si può dire che non ci sia uno spazio verde, dalle ville storiche e ai parchi regionali romani al corso del tevere alle isole pedonali verdi, alle alberate che non sia in totale stato di sfascio, con pessimo ritorno di immagine per i turisti stranieri ( e anche quelli di altre città italiane) dove la cura del verde costituisce un tratto di civiltà.
a che serve piantare 10-100.000 alberi in queste condizioni? facciamo una seria analisi sui risultati, una statistica sugli attecchimenti reali, una verifica degli obblighi contrattuali dato che nei capitolati per le opere a verde sono previste cure spesso anche per più anni, da parte dell’appaltatore. e soprattutto inventiamoci qualcosa per coinvolgere i cittadini nella manutenzione e cura: quanti alberi, quante costose fioriere sui marciapiedi sopravviverebbero se il negoziante di fronte gli desse una secchiata d’acqua ogni tanto ( visto che nessuno lo fa?),. ci sono associazioni spontaneee che curano aree verdi ma a sentirli non sembra siano entusiasti dell’aiuto pubblico ed invece solo con il coinvolgimento del volontariato, della società civile, potremmo cambiare questo stato di degrado immondo. E poi un minimo di cura della biodiversità in città: le aree verdi ospitano spesso piccoli tesori fatti di piante rare ( coltivate o spontanee), habitat, animali in via di scomparsa ( pensiamo agli anfibi!) : possibile che non ci sia una seppur minima politica di conservazione, che si vedano prosciugate tutte le fontane utili per il rospo smeraldino, che si taglino tutte le edere sui tronchi di albero ( non sono parassite! spieghiamolo ai giardinieri! sono utilissime per gli uccelli e forse vanno solo potate) o peggio che si continuino ad usare erbicidi per il “controllo” della vegetazione naturale?Cari signori, il verde di Roma merita molto di più!

Francesco Mantero

P. RICCI
KEW COTTAGE
LANGLEIGH
ILFRACOMBE
DEVON
EX348BG
U.K.
E Mail: ricci@esperia.fsnet.co.uk

Ilfracombe 18.10.07

Caro Veltroni,

sono un romano che vive in Inghilterra, nel Devon, ma che ritorna spesso nella sua città.
Ultimamente sono rimasto estremamente sorpreso dal taglio degli alberi a Roma.
Li ho osservati con grande attenzione e ho avuto l’impressione che l’operazione della potatura fosse stata eseguita da “cow boy” esperti in attività di macelleria e non di giardinaggio.

Forse sarebbe un gran bene se il suo universale “buonismo” fosse esteso e concesso anche al verde e agli alberi di Roma.

A che serve prendere parte ad attività organizzate dai Verdi come la “Festa del Sole” se poi si ignora la salute dei grandi alberi della città che, già afflitti dalle esalazioni mefitiche del traffico cittadino, sono anche esposti alle manipolazioni di incompetenti che conoscono l’arte della potatura quanto io conosco il cinese “mandarino” o la lingua dei mongoli?

Piante secolari, alberi rari, ogni forma di vita in un parco naturalistico e storico come Villa Pamphili –
che dovrebbero essere curati da forestali, botanici e giardinieri esperti – sono in mano a cow boys, ditte generiche e cooperative di operai.

E’ veramente triste osservare come questi alberi, una volta gloriosamente verdeggianti, siano diventati miserevoli e desolati. Un tempo le loro fronde proteggevano la città dalla calura, ora sembrano scheletri che si ergono tra le emanazioni tossiche dell’avvelenata città.

Ho saputo che quando alcune associazioni di cittadini, sorte in difesa degli alberi, hanno cercato di capire cosa stava accadendo si sono confrontate con dei consiglieri provinciali che non comprendevano il problema e sembravano in ben altre cose affaccendati.

Non è difficile capire le ragioni di tutto questo: con gli appalti per le potature e nella gestione delle ville storiche si muovono milioni di euro. In questo giro d’affari sono conniventi: amministratori, appaltatori e chi taglia e chi ripianta gli alberi. Queste operazioni ricordano la speculazione sugli incendi che creano un’oscena simbiosi tra chi brucia e chi ripianta, chi devasta e chi guadagna dalle attività di rimboscamento.

Mi risulta che il legname ricavato dagli alberi abbattuti lungo le strade della città o nelle ville storiche sia regolarmente venduto come legna per fuoco.

E’ bello, però, vedere che la sensibilità cittadina si stia concentrando sul problema dell’ambiente e degli animali. E penso che se queste associazioni avessero l’intelligenza di creare una “lobby” ambientale – animalista potrebbero farsi ascoltare con più attenzione, e il fatto che non lo abbiano ancora concretizzato è una cosa, a mio modo di vedere, desolante e insana.

In questo paese 730.000 cacciatori sono più presenti politicamente di milioni di animalisti e di vegetariani.
Gli sterminatori di tutto ciò che vive nelle campagne sono coccolati, da voi politici, più di milioni di animalisti. Nel suo ex partito, che fu anche il mio, esisteva l’Arcicaccia ma non l’Arcianimali.
Davate – e darete spazio nel nuovo PD – a coloro che massacrano ma non a coloro che rispettano ogni forma di vita.

Resta un fatto: se animalisti e difensori degli alberi riuscissero a unirsi politicamente per le loro rivendicazioni creando una loro “lobby” o un movimento, allora, li ascoltereste.
Ma dal momento che non lo fanno, voi li ignorate.

Questo è, dopotutto, il paese ( e lei non immagina che impressione faccia osservare la cosa dall’estero) che ha concesso il Ministero della Giustizia ad un grottesco ricattatore politico che gestisce un misero 1,4% del voto nazionale. E immagino che quel milione di voti, elargito – incredibilmente – dal popolo italiano, sarà ulteriormente ridotto dai suoi spregiudicati e buffoneschi interventi.

In nuce: nel nostro paese si ascolta, politicamente, solo chi riesce a fare un grande casino, chi minaccia, ricatta e vive di voti corrotti. Quelli che con competenza, educatamente protestano per le cose giuste, sono sfrontatamente ignorati, finché non si arriva a una mezza rivolta alla Grillo e allora le cose cominciano a cambiare.

Ce ne vorrebbero migliaia nel nostro paese di Grillo, di Travaglio e di Santoro. Altro che antipolitica!

Essendo l’Italia, il paese della spartizione dei posti di lavoro secondo la logica del manuale Cencelli non sorprende che coloro che dovrebbero curare gli alberi siano, invece, incompetenti che risolvono il problema della potatura con operazioni di spietata macelleria.

Un famoso giardiniere romano, Ippolito Pizzetti, chiamava gli italiani dendrofobi.
E ci prendeva.

Io li chiamerei anche piromani e avvelenatori di animali avendo seguito quello che è avvenuto in Abruzzo con gli orsi ed essendo stato testimone – quando vivevo in Toscana – di scene odiose. In quell’occasione denunciai gli avvelenamenti nei campi degli animali con stricnina e le scrissi una lettera, cosa che Lei regolarmente ignorò.

A Roma la gestione del verde non è regolamentata:

• il 50% degli alberi muoiono per incuria
• c’è un assoluto disinteresse per il patrimonio di alberature antiche: si eliminano alberi antichi considerati erroneamente vecchi
• si distruggono alberi adulti con capitozzature drastiche e irreversibili
• si attuano potature drastiche e regolarmente fuori stagione

Il 31 Agosto, in un solo giorno, in via Abate Ugone, a Monteverde, dove abito quando ritorno a Roma, sono stati abbattuti 70 alberi di robinie che avevano almeno 40 anni. Erano stati definiti pericolanti, ma il vero motivo è il rifacimento di un marciapiede.

Il Dipartimento X alle politiche ambientali del Comune di Roma, che come lei sa bene aderisce al protocollo di Kyoto, ha annunciato nel suo sito istituzionale “interventi considerevoli che abbelliranno importanti strade cittadine e contribuiranno a rendere più salubre l’aria” e all’abbattimento di Co2 grazie alla piantumazione di olmi e farnie al posto della “vecchia alberata ormai distrutta” composta in gran parte da robinie che per qualche ragione vengono sempre eliminate.

Da quello che mi risulta sono stati distrutti stupidamente:

• pini marittimi: in via G.B.Marino.
• catalpe californiane: in via Guinizzelli, in largo Oriani e in largo Leti
• prugni selvatici: in via Lorenzo Valla
• robinie: in via Innocenzo X
• olmi antichi: in via di Donna Olimpia, in piazza San Giovanni di Dio, in via di Villa Pamphili e in via di San Calepodio.

Il motivo dispensato dalle autorità è sempre lo stesso: la pericolosità degli alberi malati e la salvaguardia dei cittadini.

Mi è stato spiegato da un giardiniere che per ogni albero adulto tagliato ci vogliono nove nuovi alberi giovani per riprodurre lo stesso ossigeno.

I cittadini – da quello che ho capito parlando con loro – auspicano:

• una gestione seria, attenta e più competente del verde con potature accurate nel periodo consono per la pianta.
• l’eliminazione dei tronchi mozzati che lasciati giacere per anni si trasformano in ricettacolo di spazzatura.
• il coinvolgimento di esperti nella cura degli alberi che vivono lungo le nostre strade e nei parchi
• essere informati prima degli abbattimenti rendendo le motivazioni degli abbattimenti pubbliche.
• che gli appalti per le potature siano gestiti da cooperative di giardinieri e botanici esperti e non da amici dei politici che concedono la gestione del taglio a macellai
• che gli alberi tagliati siano ripiantati e curati.

Un inglese, Roger Deakin, ha scritto un libro dichiarando che i nemici degli alberi sono i nemici dell’umanità. Deakin, prima di morire di un tumore al cervello, se ne andava in giro per il mondo a studiare le piante, visitando boschi e foreste dal Sutton al Kyrgyzstan. Ed è stato un vero crociato delle piante, un grande difensore delle foreste e dei boschi che lui definiva il “quinto elemento”.

Le donne indiane del movimento Chipko che si battono contro la deforestazione abbracciano gli alberi per salvarli dall’abbattimento, e i Bishnoi, un popolo indiano di 6 milioni di anime che considera gli alberi sacri, ha spesso subito massacrati per difendere le foreste.
Ho letto, giorni fa, che un cittadino fiorentino, Antonio Laganà, è salito sulla forcella di un bagolaro e lo ha protetto col suo corpo.
A Londra un pensionato inglese si è suicidato quando i suoi amati olmi sono stati abbattuti.
A Roma, nel settembre del 2006, ho visto un gruppo di cittadini difendere strenuamente un grande pino a Piazza San Giovanni di Dio.

Le cose cambiano: le sensibilità si affinano.

Sia gentile, lasci perdere i Kennedy per una decina di minuti e abbracci, col suo immenso “buonismo” anche le piante e il verde di Roma, e faccia porre fine all’ignobile massacro perpetrato da macellai armati di seghe elettriche che ricordano il serial killer del “Texas chain saw massacre”, un vecchio film americano, che lei sicuramente conosce.

Distinti saluti

Paolo Ricci.