L’Islam e gli animali. Mr. Pace e lo scontro di civiltà

A Londra vivevo a Wimbledon Park a un paio di chilometri dai famosi campi di tennis.
Non lontano da dove era la mia casa, a Stroud Road, c’era il campo di calcio di Wellington Road.
Prima delle partite mi allenavo con un portiere pakistano. Più tardi dalla moschea arrivavano dei bambini che giocavano a calcio con mio figlio. La zona era multiculturale. C’erano chiese cattoliche, anglicane, una moschea dipinta di bianco a Ryfold Rd (che sarà stata in linea d’aria a 80 metri da casa mia) e – a un paio di chilometri – era possibile visitare un tempio buddista tailandese. Si viveva in armonia senza problemi. Tutti in pace. Rispetto e simpatia. Poi un giorno avvenne questo: mentre uscivo con il mo cane Max, incrociai un vecchio pakistano con la moglie velata. Non era coperta da un Burqa ma semicoperta da un Hijab; quando il vecchio ci vide si piazzò davanti alla moglie per difenderla quasi avessi al guinzaglio una tigre del Bengala, e nel difendere la donna velata agitava il bastone. Max, un cane pacifico, guardava con curiosità il vecchio che urlò: “Tieni quel fottuto cane lontano da mia moglie!” Altre volte ci eravamo incrociati ma mai nello stesso marciapiedi e mai il vecchio aveva agitato il bastone in quella maniera aggressiva. Max per me era come un figlio e cercai di capire perché il vecchio si dimenava tanto. Continua a leggere L’Islam e gli animali. Mr. Pace e lo scontro di civiltà

Un teologo difende il non umano: risposte alle domande sugli animali e sulla sofferenza del non umano

Un teologo difende il non umano:
risposte alle domande sugli animali e sulla sofferenza del non umano.
Padre Luigi Lorenzetti

Tratto da: Famiglia Cristiana del 03/09/2006
Mi sono chiesta se il comandamento di non uccidere nella sua sintetica enunciazione si riferisca solo agli uomini oppure comprenda anche gli animali.
Angela B.

«Non uccidere» è il comandamento che Dio, tramite Mosè, ha dato a Israele. Gesù, il nuovo legislatore, lo porta oltre l’originaria definizione: «Avete inteso che fu detto: “Non uccidere”… Ma io vi dico…» di non odiare, di non offendere, di amare e perdonare. Il comandamento è posto nell’orizzonte dell’amore, che include e supera la giustizia, e raggiunge il vertice nel mistero del Golgota. È impossibile giustificare, in nome del Vangelo, l’uccisione e la violenza dell’uomo sull’uomo. La violenza non trova alcuna legittimazione morale, non può dirsi mai giusta.
È sostenibile l’interpretazione tradizionale che limita il comandamento di non uccidere ai soli esseri umani? Il comandamento, nella sua dizione sintetica, non esclude gli animali. Infatti, dice: «non uccidere» anziché, «non commettere omicidio». In ogni caso, la comprensione della creazione e del suo futuro ultimo conduce a estendere il comandamento anche agli animali. L’universo (e tutte le sue creature) è affidato all’uomo, perché lo custodisca e lo porti a compimento secondo il disegno di Dio. Certamente le creature sono utili all’uomo ma, prima ancora, sono bellezza e valore per sé stesse e dicono appartenenza al creatore che le ha create. Continua a leggere Un teologo difende il non umano: risposte alle domande sugli animali e sulla sofferenza del non umano

Descartes, Spinoza, Leibniz e la mente del cane

Descartes, Spinoza, Leibniz e la mente del cane da Phobos

Descartes ci aveva spiegato che nel mondo esistono due classi di enti radicalmente contrapposti.
Da una parte le menti immortali dall’altra i corpi perituri. I corpi saltellano come palle impazzite nello spazio. Le menti sono un’altra cosa. Appartengono al reame dello spirito. Noi umani possediamo le menti e siamo perciò speciali. Noi pensiamo – ergo – siamo. Gli animali, le piante, le rocce sono, invece, parte di una grande macchina dominata dalla plumbea necessità. Non pensano. Descartes appare come un innovatore ma in effetti preserva l’eterna “patacca” dell’unicità della specie. Una “patacca” così dura a morire che sussiste ancora in questi foschi tempi ratzingheriani e coranici. Creando la divisione tra le due classi di enti, il filosofo, salvaguardava lo spazio della fede mentre lasciava libero il mondo delle cose alla ricerca scientifica. Se tratti con gli automi puoi far loro quello che vuoi. Animali, piante e rocce sono cose inanimate concesse dalla volontà del Creatore a noi umani per il nostro piacimento. Continua a leggere Descartes, Spinoza, Leibniz e la mente del cane

Il siqus shomen e l’eresia dell’animale angelicato

Facendo una ricerca su una cosa che stavo scrivendo riguardo le balene mi sono imbattuto in Moby Dick e nell’immagine spaventosa di Ahab.
Ahab è il capitano del Pequod ossessionato dalla balena bianca, il quale, avendo per causa sua perso una gamba, rincorre il capodoglio per i mari. L’unico scopo della sua vita è quello di uccidere il bestione; e vive solo per quello, divorato da una angst devastante.
Ma Moby Dick ha una grande colpa: non si lascia massacrare. Reagisce alla violenza dei balenieri.
Questa non è cosa che i bipedi di Nuntucket possano accettare.
Il ruolo dei marinai del Pequod è quello di massacrare balene.
Quello delle balene è quello di farsi massacrare.

Moby Dick è una gloriosa bestia guerriera che si batte contro l’istinto genocida di Ahab.
Ed è simile ai grandi tori che sono passati alla storia per aver incornato e sventrato toreri.
La balena bianca è della specie dei Bailador, dei Regalòn dei Jaquetòn, degli eroici animali che non accettano di essere massacrati e che si difendono selvaggiamente contro la furia omicida antropocentrica. Continua a leggere Il siqus shomen e l’eresia dell’animale angelicato

Ma gli animali vanno in paradiso?

MA GLI ANIMALI VANNO IN PARADISO?
Elucubrazioni e quisquilie sull’immortalità e sull’anima animale.
(Alcune riflessioni sull’anima animale e le religioni)

Londra, 15/05/02

Una volta ho letto una storia bellissima riguardo agli animali e il paradiso.
E’ la storia dei fratelli Pandava, tratta dal Mahabharata. Eccola sinteticamente:

Quando la loro missione finisce sulla terra, i Pandava con la moglie comune Draupadi cominciano ad incamminarsi verso il cielo. Procedono esausti, ma trovano ostacoli a causa dei peccati commessi. Quando i fratelli si accorgono che anche una grand’anima come Draupadi non ce la fa a trovare il sentiero del cielo, la meraviglia è immensa. I cinque fratelli sono sposati con Draupadi che è segretamente innamorata d’Arjuna e lo preferisce agli altri, ma non praticando l’equità nell’amore Draupadi si è macchiata di una colpa. La via è ardua e tortuosa e gli dei non sono mai contenti. Alla fine solo uno dei cinque fratelli procede, senza grandi difficoltà, verso il paradiso.
Yudhisthrita, va verso le volte celesti preceduto da un piccolo cane. E’ stato il suo amico per tanti anni e corre scodinzolando tra i sentieri nuvolosi. Quando arriva alle porte del paradiso, i guardiani lo fermano. “Ma che porti nel cielo i cagnacci rognosi ?” – gli chiedono – “Pussa via bestiaccia!”
Yudhisthrita è stanco per la gran guerra, i massacri e l’eterno pellegrinare è come curvato su se stesso. Ha le lacrime agli occhi e non ce la fa più. E’ disfatto e i guardiani gli si sono parati davanti bloccando l’ingresso al cane. Continua a leggere Ma gli animali vanno in paradiso?

Lettera ai cardinali sul prete cacciatore

Lettera ai cardinali sul prete cacciatore

Castiglion Fiorentino, 10/11/99

Sua Eminenza Martini
Cardinale di Milano
Curia Arcivescovile.
Diocesi di Milano
Milano

Sua Eminenza Ersilio Tonini
Cardinale di Ravenna
Curia Arcivescovile.
Diocesi di Ravenna
Ravenna

Sua Eccellenza Gualtiero Bassetti
Vescovo di Arezzo.
Curia Arcivescovile.
Diocesi di Arezzo
Arezzo

P.c: WWF, LAV, LAC. LIPU, AISPI, VERDI, LEGAMBIENTE, PETA, UNA, PRO NATURA,
LIMAV, COORD. BOCC. AVVELENATI.

Eminenze,
una sera ho incontrato un ambientalista che mi raccontato una storia assai strana: mi ha detto che a Foiano della Chiana nella provincia di Arezzo, il parroco di Santa Maria del Carmine, Don Vannuccio Fabbri, un prete cacciatore, celebra “una Messa propiziatoria” per tutti i cacciatori del territorio all’apertura della stagione venatoria. La cerimonia, con susseguente cena, è stata riportata da “La Nazione” del 4.9.98 e del 15.9.99. Continua a leggere Lettera ai cardinali sul prete cacciatore