Il vergognoso silenzio dei media davanti alla sofferenza del non umano intervista a Marilda Bonanni, giornalista “animalista”

IL VERGOGNOSO SILENZIO DEI MEDIA
DAVANTI ALLA SOFFERENZA DEL NON UMANO

INTERVISTA A MARILDA BONANNI
GIORNALISTA “ANIMALISTA”


•Il disprezzo mediatico per il non umano
• “Sei una maledetta animalista!”
• I cagnolini con il cappelletto da clown
• La ricerca sulla tratta costa troppo
• “Cari Scalfari, Augias e Mancuso, l’imperativo categorico è limitato a una sola specie?”
• Sapete quanti siamo noi che rispettiamo il non umano?
• I Jihadisti torturano i cuccioli di Omar, il figlio di Bin Laden.
• I nemici del non umano

RICCI: Marilda, lei è di Napoli, vero?

BONANNI: Si…
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Campagna internazionale contro i canili-lager italiani. I canili – lager italiani. La “Gomorrah” animale. La parte di “Gomorrah” che Saviano non ha riportato nel suo libro

CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO I CANILI – LAGER ITALIANI
I CANILI – LAGER ITALIANI
LA “GOMORRAH” ANIMALE
LA PARTE DI “GOMORRAH” CHE SAVIANO NON HA RIPORTATO NEL SUO LIBRO

Ad Agosto di quest’anno sono stato contattato da tre ragazze, avevano letto una lettera che scrissi a un teologo cattolico riguardante la sofferenza animale. Mi domandarono di aiutarle. Incontrai le ragazze a vicino a Roma. Registrai tutto quello che dicevano. Le ragazze, poi, mi mostrarono delle foto e io, per poco, non vomitai per l’orrore che vidi. Ero scioccato, profondamente scosso. Le foto erano assolutamente orrende. Provai una profonda vergogna. Quello che mi sorprese fu che le ragazze dissero che le persone che lavoravano nei canili erano ricattate; se dicevano qualcosa su quello che accadeva nei canili avrebbero trovato la porta sbarrata. Domandai siamo in Colombia o in Italia? Che diavolo state dicendo?
Le ragazze risposero: le donne che denunciano questi orrori rischiano la vita. Il giro d’affari dei lager è troppo grande. Presi le foto, registrai quello che dicevano e creai con alcuni amici un sito web.
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Animalismo politica e partiti. Quello che ho amaramente osservato

ANIMALISMO POLITICA E PARTITI.
QUELLO CHE HO AMARAMENTE OSSERVATO

LETTERA A PAOLO RICCI
DI FRANCESCO GUERINI
CANDIDATO VEGETARIANO
DI SINISTRA E LIBERTA’
A CREMA I

Caro Paolo,

la tua lettera “Un chiarimento su un ipotetico movimento politico verde – animalista” ha mosso alcune riflessioni circa le cause dell’inconciliabilità tra movimenti animalisti e partitici nel nostro Paese.
Devo fare una premessa noiosa ma necessaria: come ben sai ho frequentato entrambi gli ambienti, anche se in modi, connotazioni e ruoli diversi.
Innanzitutto ho militato nell’ambiente politico di Sinistra come attivista di base nella Sinistra Giovanile (vedo già gli ortodossi storcere il naso) e nei DS fino all’ottobre 2007. Non ho aderito al PD e mi sono mosso prima in Sinistra Democratica, quindi nella Sinistra Arcobaleno e ora in Sinistra e Libertà, ma stavolta non iscritto. Una Babele, caro Paolo. Facciamo ridere i polli.
Il quadro è decisamente sconfortante con alcune note positive. La linea generale è che negli ultimi anni – ma in coerenza rispetto ad un percorso iniziato lustri fa – la Sinistra si è scompaginata e sta cercando un nuovo ordine, ma quanto è faticoso trovarlo! Continua a leggere Animalismo politica e partiti. Quello che ho amaramente osservato

La bolgia infernale di Cicerale

LA BOLGIA INFERNALE DI CICERALE
LA GOMORRA ANIMALE
(CHE SAVIANO NON CONOSCE E NON HA INSERITO NEL SUO LIBRO)
Un’intervista in quattro parti sull’orrore dei canili – lager

www.nothuman.org

Tempo fa mi scrisse una giovane campana. Aveva letto una cosa mia che girava nei siti.
Mi pare fosse la lettera a Vito Mancuso. Mi chiese se poteva vedermi e se potevo aiutarla per un problema riguardante i maltrattamenti dei cani. Le dissi che contavo poco ma se voleva, nei miei limiti, l’avrei aiutata. Le chiesi di spiegarmi cosa accadeva e la ragazza mi mandò delle foto che mi lasciarono esterrefatto.
Cose orrende. Provai una profonda vergogna di appartenere alla mia specie degenerata. Provai vergogna per non essermene accorto prima di quest’orrore . Di non aver capito l’entità dell’orrore. Quando questa roba ti arriva via mail e la apri è come ricevere un pugno nello stomaco o un calcio nei testicoli, ti lascia boccheggiante, ti passa la volontà di vivere. Spiegai alla giovane che stavo andando a Venezia e che sarei partito da Roma in macchina. La ragazza mi incontrò nei pressi di Roma, veniva dal Sud e organizzò un incontro con alcune attiviste “animaliste”al mio ritorno da Venezia. Prima di partire per l’Inghilterra le incontrai e registrai (con un registratore) quello che mi dicevano. Queste ragazze, giovanissime, una romana, una fiorentina e una campana, non erano a contatto diretto con i canili ma avevano raccolto del materiale da persone che conoscevano l’orrore di quei luoghi e avevano sui volti i segni dello schifo che avevano visto. Negli occhi portavano la rabbia dell’impotenza davanti al Male.  Perché di Male si tratta. Continua a leggere La bolgia infernale di Cicerale

Un teologo difende il non umano: risposte alle domande sugli animali e sulla sofferenza del non umano

Un teologo difende il non umano:
risposte alle domande sugli animali e sulla sofferenza del non umano.
Padre Luigi Lorenzetti

Tratto da: Famiglia Cristiana del 03/09/2006
Mi sono chiesta se il comandamento di non uccidere nella sua sintetica enunciazione si riferisca solo agli uomini oppure comprenda anche gli animali.
Angela B.

«Non uccidere» è il comandamento che Dio, tramite Mosè, ha dato a Israele. Gesù, il nuovo legislatore, lo porta oltre l’originaria definizione: «Avete inteso che fu detto: “Non uccidere”… Ma io vi dico…» di non odiare, di non offendere, di amare e perdonare. Il comandamento è posto nell’orizzonte dell’amore, che include e supera la giustizia, e raggiunge il vertice nel mistero del Golgota. È impossibile giustificare, in nome del Vangelo, l’uccisione e la violenza dell’uomo sull’uomo. La violenza non trova alcuna legittimazione morale, non può dirsi mai giusta.
È sostenibile l’interpretazione tradizionale che limita il comandamento di non uccidere ai soli esseri umani? Il comandamento, nella sua dizione sintetica, non esclude gli animali. Infatti, dice: «non uccidere» anziché, «non commettere omicidio». In ogni caso, la comprensione della creazione e del suo futuro ultimo conduce a estendere il comandamento anche agli animali. L’universo (e tutte le sue creature) è affidato all’uomo, perché lo custodisca e lo porti a compimento secondo il disegno di Dio. Certamente le creature sono utili all’uomo ma, prima ancora, sono bellezza e valore per sé stesse e dicono appartenenza al creatore che le ha create. Continua a leggere Un teologo difende il non umano: risposte alle domande sugli animali e sulla sofferenza del non umano

Descartes, Spinoza, Leibniz e la mente del cane

Descartes, Spinoza, Leibniz e la mente del cane da Phobos

Descartes ci aveva spiegato che nel mondo esistono due classi di enti radicalmente contrapposti.
Da una parte le menti immortali dall’altra i corpi perituri. I corpi saltellano come palle impazzite nello spazio. Le menti sono un’altra cosa. Appartengono al reame dello spirito. Noi umani possediamo le menti e siamo perciò speciali. Noi pensiamo – ergo – siamo. Gli animali, le piante, le rocce sono, invece, parte di una grande macchina dominata dalla plumbea necessità. Non pensano. Descartes appare come un innovatore ma in effetti preserva l’eterna “patacca” dell’unicità della specie. Una “patacca” così dura a morire che sussiste ancora in questi foschi tempi ratzingheriani e coranici. Creando la divisione tra le due classi di enti, il filosofo, salvaguardava lo spazio della fede mentre lasciava libero il mondo delle cose alla ricerca scientifica. Se tratti con gli automi puoi far loro quello che vuoi. Animali, piante e rocce sono cose inanimate concesse dalla volontà del Creatore a noi umani per il nostro piacimento. Continua a leggere Descartes, Spinoza, Leibniz e la mente del cane

Il siqus shomen e l’eresia dell’animale angelicato

Facendo una ricerca su una cosa che stavo scrivendo riguardo le balene mi sono imbattuto in Moby Dick e nell’immagine spaventosa di Ahab.
Ahab è il capitano del Pequod ossessionato dalla balena bianca, il quale, avendo per causa sua perso una gamba, rincorre il capodoglio per i mari. L’unico scopo della sua vita è quello di uccidere il bestione; e vive solo per quello, divorato da una angst devastante.
Ma Moby Dick ha una grande colpa: non si lascia massacrare. Reagisce alla violenza dei balenieri.
Questa non è cosa che i bipedi di Nuntucket possano accettare.
Il ruolo dei marinai del Pequod è quello di massacrare balene.
Quello delle balene è quello di farsi massacrare.

Moby Dick è una gloriosa bestia guerriera che si batte contro l’istinto genocida di Ahab.
Ed è simile ai grandi tori che sono passati alla storia per aver incornato e sventrato toreri.
La balena bianca è della specie dei Bailador, dei Regalòn dei Jaquetòn, degli eroici animali che non accettano di essere massacrati e che si difendono selvaggiamente contro la furia omicida antropocentrica. Continua a leggere Il siqus shomen e l’eresia dell’animale angelicato

Ma gli animali vanno in paradiso?

MA GLI ANIMALI VANNO IN PARADISO?
Elucubrazioni e quisquilie sull’immortalità e sull’anima animale.
(Alcune riflessioni sull’anima animale e le religioni)

Londra, 15/05/02

Una volta ho letto una storia bellissima riguardo agli animali e il paradiso.
E’ la storia dei fratelli Pandava, tratta dal Mahabharata. Eccola sinteticamente:

Quando la loro missione finisce sulla terra, i Pandava con la moglie comune Draupadi cominciano ad incamminarsi verso il cielo. Procedono esausti, ma trovano ostacoli a causa dei peccati commessi. Quando i fratelli si accorgono che anche una grand’anima come Draupadi non ce la fa a trovare il sentiero del cielo, la meraviglia è immensa. I cinque fratelli sono sposati con Draupadi che è segretamente innamorata d’Arjuna e lo preferisce agli altri, ma non praticando l’equità nell’amore Draupadi si è macchiata di una colpa. La via è ardua e tortuosa e gli dei non sono mai contenti. Alla fine solo uno dei cinque fratelli procede, senza grandi difficoltà, verso il paradiso.
Yudhisthrita, va verso le volte celesti preceduto da un piccolo cane. E’ stato il suo amico per tanti anni e corre scodinzolando tra i sentieri nuvolosi. Quando arriva alle porte del paradiso, i guardiani lo fermano. “Ma che porti nel cielo i cagnacci rognosi ?” – gli chiedono – “Pussa via bestiaccia!”
Yudhisthrita è stanco per la gran guerra, i massacri e l’eterno pellegrinare è come curvato su se stesso. Ha le lacrime agli occhi e non ce la fa più. E’ disfatto e i guardiani gli si sono parati davanti bloccando l’ingresso al cane. Continua a leggere Ma gli animali vanno in paradiso?

Lettera ai cardinali sul prete cacciatore

Lettera ai cardinali sul prete cacciatore

Castiglion Fiorentino, 10/11/99

Sua Eminenza Martini
Cardinale di Milano
Curia Arcivescovile.
Diocesi di Milano
Milano

Sua Eminenza Ersilio Tonini
Cardinale di Ravenna
Curia Arcivescovile.
Diocesi di Ravenna
Ravenna

Sua Eccellenza Gualtiero Bassetti
Vescovo di Arezzo.
Curia Arcivescovile.
Diocesi di Arezzo
Arezzo

P.c: WWF, LAV, LAC. LIPU, AISPI, VERDI, LEGAMBIENTE, PETA, UNA, PRO NATURA,
LIMAV, COORD. BOCC. AVVELENATI.

Eminenze,
una sera ho incontrato un ambientalista che mi raccontato una storia assai strana: mi ha detto che a Foiano della Chiana nella provincia di Arezzo, il parroco di Santa Maria del Carmine, Don Vannuccio Fabbri, un prete cacciatore, celebra “una Messa propiziatoria” per tutti i cacciatori del territorio all’apertura della stagione venatoria. La cerimonia, con susseguente cena, è stata riportata da “La Nazione” del 4.9.98 e del 15.9.99. Continua a leggere Lettera ai cardinali sul prete cacciatore

Cristianesimo e animali. Risposta alla lettera di Giuseppe da Bologna

Cristianesimo e animali
Risposta alla lettera di Giuseppe da Bologna

(Sul rapporto tra religione e animali)

Londra, 25/06/01

Ho letto con grande attenzione la lettera di Giuseppe da Bologna. Una lettera chiara, onesta e rigorosa che non lascia spazi ad interpretazioni fuorvianti. Io sono un agnostico ma rispettoso delle varie fedi, però l’evidenza è quella che è: le religioni che emergono dall’ebraismo sono state per gli animali letali o micidialmente indifferenti.

Continuare a sostenere questa penosa interpretazione del Cristo “sub specie animalista” irrita e sfiora il grottesco. Davanti ad un’evidenza strabiliante di documenti che provano l’assoluta indifferenza del cristianesimo verso gli animali, è inutile continuare a menarla con la figura del Gesù che ama i suoi piccoli fratelli. L’evidenza del tempio, del sangue sparso delle vittime presso il Sancta Sanctorum, le ingiunzioni sugli olocausti, tutta la cornucopia tristissima dei miserandi detti dei Padri della Chiesa riguardo gli animali, indicano che il cristianesimo è una religione antropocentrica che non può, per la sua storia peculiare, trovare aperture verso il mondo degli animali, in quanto con la sua indifferenza e stupidità ne ha per secoli e secoli decretato lo sterminio producendo un flusso incontrollabile di sangue innocente. Un abominio perenne e permanente. Continua a leggere Cristianesimo e animali. Risposta alla lettera di Giuseppe da Bologna