Lettera a Mussi

Lettera a Mussi
(Sulla caccia e il comportamento inane della Sinistra)

Castiglion Fiorentino 15.6.2000

On.le Mussi.
Democratici di Sinistra
Via delle Botteghe Oscure
Roma

p.c. On.le D’Alema
Democratici di Sinistra
Via delle Botteghe Oscure
Roma

On.le Mussi,

Tempo fa ho letto un articolo di Guido Quaranta sull’Espresso (24.2.2000, pag. 31) intitolato: “Onorevole La Gaffe”. In un quarto di pagina velenoso il giornalista spiegava, elencando le sue varie gaffe, che Lei, durante un comizio elettorale a Campiglia, nel Livornese un centro del Far West italiota ove tutti hanno una doppietta attaccata alla parete, si era distinto per aver chiamato i cacciatori “cretini” gettando nello sconcerto e nella confusione più totale il candidato sindaco.

Quaranta scriveva, inoltre, che per questa precisa definizione, Lei si era alienato il sette per cento dei voti. I cacciatori, infatti, erano ricorsi al ricatto politico, molto caro alle “lobby”, e la fedeltà al partito era andata a farsi fottere davanti ai superiori interessi di ludici passatempi: massacrare fagiani e lepri addomesticate. In poche parole, Onorevole, era stato punito: i cacciatori avevano votato per una lista venatoria indipendente.

Quello che a Quaranta sembrava una gaffe politica, una bravata suicida, era sembrato a me, e a coloro che la pensano come me, un atto di grande spessore etico. Era la prima volta che leggevo di un dirigente dei DS che sfidava apertamente i cacciatori ed aveva il coraggio morale di dire quel che innumerevoli simpatizzanti della sinistra pensano e che Lei ha espresso a Campiglia con ammirevole chiarezza.

Ci ho riflettuto, ho letto alcune lettere riguardo l’avvelenamento degli animali e mi sono deciso a scriverLe.

La prima lettera riguarda una signora che ha avuto dieci cani avvelenati e che versa in condizioni critiche per questa esperienza. Una storia abominevole e vergognosa. La seconda riguarda una giovane donna della Città di Cortona che ha scritto a Lorenzo Jovanotti una toccante lettera per l’avvelenamento della sua cagna. E mi auguro che il cantante trovi il tempo per rispondere. La terza riguarda un giovane di Frassineto nella provincia di Arezzo che ha narrato eventi che ricordano i metodi della N’drangheta e della Mafia. Accludo le lettere e spero che trovi il tempo di leggerle e che La facciano riflettere.

Invio, inoltre, queste lettere, per conoscenza, all’On.le D’Alema, dal momento che ho letto della cagna Lulù e dei suoi cuccioli, affinché leggendo quello che è accaduto riesca ad identificarsi con la sig.ra Cavani, distrutta dalla violenza subita: dieci cani avvelenati in un anno in una riserva di addestramento amministrata dall’Arci- Caccia.

Ho incontrato la Sig.ra Cavani e sono rimasto esterrefatto per le sue condizioni psicofisiche. La signora rifiuta cibo da molti giorni ed è in condizioni molto serie. Sarà sufficiente, per l’On.le D’Alema, immaginare Lulù e i suoi cuccioli dibattersi in agonia per ore per capire quello che la signora di Narni ha provato e che rischia di segnarla per sempre.

Tempo fa scrissi all’On.le Veltroni spiegando che ho passato una vita nel PCI e che non riuscivo a spiegarmi la perversità suicida dei DS nel sostenere la lobby declinante dei cacciatori. Una “Cupio dissolvi” irrazionale, se mi permette. Non ho, logicamente, ricevuto risposta. La cosa comica è che neanche la Sig.ra Acciarini che coordina un gruppo chiamato “Vita Animale” si è degnata di rispondermi. Il fatto che ho militato nel PCI per 30 anni e che ho continuato a votare per i DS non ha meritato neanche lo straccio di una parola, neanche una sillaba sussurrata tra i denti.

Mi permetta alcune domande:

Perché in un mondo che si trasforma radicalmente, nel tempo della rivolta di Seattle un grande partito continua a sostenere una lobby che reca imbarazzo e rappresenta una presenza inquietante, ingombrante, anomala, aliena? Perché la Sinistra deve essere necessariamente identificata con i cacciatori? Si rende conto di quanta gente come me che vota abitualmente a sinistra ed è radicalmente contraria alla caccia? Ha un’idea di quanta gente come me è offesa per la presenza avulsa dell’Arci- Caccia nella sinistra? A che serve il buonismo spirituale quando si dà copertura ad organizzazioni che allevano nel loro grembo una minoranza, e ripeto minoranza, di sadici avvelenatori? A che serve scomodare Ghandi e il Dalai Lama, senza capire il messaggio fondamentale dell’equanimità verso gli altri esseri senzienti? Come può un militante o un simpatizzante non provare vergogna davanti alle lettere e le minacce dell’Arci- Caccia rivolte alla Sig.ra Cavani? Legga, On.le Mussi, questa perla di saggezza venatoria del coordinatore dell’Arci- Caccia di Narni:

“Sarebbe invece perfettamente logico che ad avvelenare un campo d’addestramento sia chi si manifesta e professa contro ogni attività venatoria. La zona esiste da venti anni ed ha sempre funzionato in armonia con i residenti e gli animali esistenti in loco”.

Se ne deduce che la Sig.ra Cavani ha avvelenato i suoi cani, riducendosi in una condizione ai limiti dell’anoressia, per demonizzare i poveri cacciatori! Esilarante On.le Mussi! Mi ricorda la storia del pazzo che metteva i testicoli sui binari del treno per sentirli schioccare. Un passatempo, come può immaginare, stravagante e doloroso.

Legga con attenzione le sublimi lettere dei rappresentanti dell’Arci- Caccia alla Sig.ra Cavani. Questo tesoro epistolare sta vagando incontrollato negli interstizi d’Internet, tradotto anche in inglese. Il livello di sputtanamento è micidiale e la gente che legge queste inani accuse ci mette poco ad identificare l’Arci- Caccia con i DS. Ma non potevano legarli questi signori umbri?

Ma veniamo al punto On.le Mussi, sia gentile e mi segua con pazienza:

Perché sostenere ed essere identificati con una lobby declinante?

La LAC ci informa che i cacciatori stanno disordinatamente calando: “Il numero dei cacciatori in Italia continua a diminuire… … Continuando con il ritmo dal 1990 in poi, la caccia dovrebbe terminare nel 2007 per mancanza di cacciatori! Il motivo di questa progressiva diserzione è in parte il diffondersi di una maggiore coscienza ecologica ed animalista, in parte la sempre maggiore rarefazione della selvaggina. (LAC mail 90 31 marzo 2000)

Analizziamo le statistiche:

NUMERO DEI CACCIATORI IN ITALIA DAL 1980:

1980 1.701.853
1981 1.685.105
1982 1.622.321
1983 1.593.151
1984 1.585.709
1985 1.574.873
1986 1.571.630
1987 1.564.492
1988 1.500.986
1989 1.481.028
1990 1.446.935
1991 1.315.946
1992 1.135.228
1993 1.023.157
1994 966.586
1995 901.006
1996 874.626
1997 809.983
1998 778.061

Si può, senza alcuna esitazione, affermare che i cacciatori sono calati in 20 anni di un milione d’unità: una cifra straordinaria, incredibile.

Cerchiamo di capire cosa intende la LAC quando parla di “rarefazione della selvaggina” un termine elegante per definire l’annientamento, a fini ludici, di tutto ciò che vive oltre l’umano. Per capire il termine “rarefazione della selvaggina” bisogna considerare quanto segue: in Italia con una popolazione di 57.600.000 abitanti si massacrano 150.000.000 di animali, negli Stati Uniti, con una popolazione di 250.000.000 di abitanti se ne uccidono 134.000.000.

Legga con attenzione quest’altra perla del coordinatore Arci Caccia di Narni: “In riferimento alla terra di san Francesco posso dire che noi la conosciamo benissimo anche perché è la terra in cui siamo nati e abbiamo sempre vissuto. Di conseguenza abbiamo molto cura e rispetto degli animali”.

Si rende conto cosa sta girando su Internet?

Abbiamo un francescano armato che fa parte di associazioni che praticano lo sterminio di 150.000.000 di animali e parla di cura e rispetto per gli animali. Puro Fantozzi!

Ma intanto in Europa le cose cambiano: Un sondaggio indipendente svolto da Mori per l’associazione IFAW basato su 1.957 interviste tra il 2 ed il 7 settembre 1999 ha rivelato che il 76% degli intervistati sono contrari alla caccia. Il 70% non considera che la caccia sia importante per la vita in Gran Bretagna e il 76% negano che la caccia sia necessaria per il controllo di alcuni animali come le volpi (Escape, maggio 2000). E se un popolo è al 76% contro la caccia le cose devono cambiare. E’ inevitabile.

Scrissi a Veltroni: “Non capisco il vostro accanimento, specialmente a livello locale, nel difendere la lobby perniciosa, nociva dei cacciatori. Lobby votata al declino, detestata, offesa, ma temuta. La difesa storica dei cacciatori da parte del partito, specialmente a livello locale, è offensiva, è un insulto alla compassione, alla decenza, all’umanità. L’ambiguità di avere nella stessa casa cacciatori e ambientalisti è una cosa che alla lunga pagherete e dimostra una profonda incoerenza. Le contraddizioni, prima o poi, esplodono o implodono e riducono le organizzazioni a pezzi.”

Ed ancora: “una lobby declinante che vi aliena migliaia di voti e chi vi può seriamente danneggiare. Inoltre è, eticamente, una macchia sul tessuto di un partito… ”

Quanti voti vi aliena la caccia, dal momento che leggo su innumerevoli lettere che la democratizzazione della caccia ha trasformato qualcosa di essenzialmente ripugnante in qualcosa di assolutamente mostruoso?

La caccia proletaria ha portato ad un orrore fantozziano di enormi proporzioni.

Ho parecchi amici cacciatori che hanno rinunciato a cacciare perché ritengono la trasformazione della caccia in uno spietato gioco al massacro e scrissi a Veltroni: “Vorrei vederLa, Veltroni, contemplare, con la sua sensibilità, questi bruti mentre cercano di snidare l’ultima disperata lepre, dopo aver annientato ogni altra forma di vita. Immagini la povera bestia, braccata senza scampo, circondata da sette doppiette. La immagini, nel terreno davanti al suo giardino, proverebbe una vergogna inaudita nell’osservarla. Che direbbero i suoi figli? Pensano che sia giusto uccidere animali per sport, a “fini ludici”? E Lei che pensa nel profondo del suo cuore?”

Quanti voti perdete per sostenere una minoranza invisa, Onorevole?

E cosa pensano gli italiani della caccia?

Un punto di riferimento è il referendum del 1990. Nel 1990: gli italiani aventi diritto al voto erano 49.000.000 e se non erro, per raggiungere il quorum erano necessari 24.033.209 votanti. Il quorum non fu raggiunto per la mancanza del 7,7% dei voti. Evitiamo riflessioni sul non raggiungimento del “quorum” per non spargere sale su ferite ancora aperte. Si, lo sappiamo: il 23% degli italiani non votano per protesta, il 44,4% per apatia. Inoltre nel 1990 esisteva ancora un esercito di elettori defunti o irreperibili nelle liste “Aire”: circa 1.200.000 persone. E se non si riescono a mobilitare i cittadini davanti ad una potenziale svolta maggioritaria, che possibilità esiste di raggiungere il “quorum” in un referendum riguardante poveri animali, “res nullius”?

Ma analizziamo il voto del 1990, cerco di interpretare cifre che non conosco alla perfezione: il 43,3% degli aventi diritto al voto votarono per il referendum del 1990 = 21.070.000. Di questo 43,3% il 92,3% si espresse contro la caccia = 19.447.610. Il 7,7% si espresse a favore della caccia = 1.622.390. Se ne deduce che circa 19.447.610 italiani erano potenzialmente contro la caccia. Non è difficile intuire che chiudere i terreni privati ai cacciatori equivaleva ad una specie di morte venatoria. Nel 1990 i cacciatori erano 1.446.935 ora sono meno della metà. Se ne deduce che il sentimento degli italiani verso la caccia ha raggiunto livelli di negatività abissale. Conclusione: i partiti li difendono e li corteggiano. Perché?

Una dirigente di una grande organizzazione animalista mi ha informato che, durante un incontro, una funzionaria della regione Toscana, quando si accennò alla caccia, troncò con inaudita fermezza qualsiasi apertura verso un salutare dialogo ed esclamò: “I cacciatori non si toccano hanno una forza politica trasversale fortissima”.

Prendiamo atto, Onorevole, che abbiamo una lobby di intoccabili che, mentre precipita vertiginosamente nell’abisso- pattumiera della storia, ove il tempo inesorabilmente la relega, acquista, simultaneamente, un maggiore potere politico. Paradossale ed incredibile: i miracoli dell’Italietta perversa.

Se ne deduce che coloro che rispettano gli animali sono sconfitti da una declinante manipolo prussiano che confronta un grande esercito verde- animalista, vergognosamente, non in grado di combatterlo. Questa è la triste realtà. Va riconosciuta a questa lobby perdente una capacità luciferina di sopravvivenza. Una capacità incredibile di manipolazione della realtà. Una capacità mefistofelica di stravolgimento del reale.

Strumentalizzando un giornalista della Nazione, legga che cosa sono stati capaci di inventarsi (Lac Mail 126): “In Provincia di Firenze Legambiente si è accordata con i cacciatori dell’UNAVI per combattere il fenomeno dei bocconi avvelenati, formulando l’ipotesi che a mettere i bocconi avvelenati non siano i cacciatori, ma” i cittadini trasferitisi in campagna (La Nazione, 26 maggio).

E’ seguita una rapida smentita da parte di Legambiente, che ritengo innocente di una tale cavolata, ma sono fermamente convinto, per averlo sentito e letto, che i cacciatori spargono queste criminali menzogne in giro da molto tempo e il Coordinatore dell’Arci – Caccia di Narni le ha anche scritte. Basta leggere la lettera indirizzata alla sig.ra Cavani per capirlo.

Pensi che scoperta deliziosa, Onorevole, noi tutti pensavamo che i bocconi avvelenati fossero elargiti compassionevolmente da sadici, da tartufai, e principalmente da cacciatori “deviati” nel periodo del ripopolamento. Pensavamo che ciò fosse evidente. ed inconfutabilmente provato e invece abbiamo scoperto che la sig.ra Cavani, Muriel Spark, Alexander Chancellor, la responsabile del coordinamento dei Verdi, e innumerevoli stranieri, si fa per dire, erano i veri colpevoli. Erano loro e non i cacciatori ad avvelenare le nostre terre. E ci metta anche me nel numero degli avvelenatori dal momento che sono romano e ho scelto di vivere in campagna.

Ma se esistono ancora 700.000 cacciatori, con il loro assurdo peso politico, esiste in questo paese anche un popolo che rispetta gli animali?

Sono 43.500.000 gli animali che vivono nelle case degli italiani, tra i quali 6.500.000 cani e 8.000.000 di gatti. Alcuni animali appartengono ai cacciatori ma la maggioranza dei possessori di animali detesta i cacciatori. Consideri i giovani, i militanti dei gruppi ambientalisti: un agguerrito esercito di oppositori: Verdi, WWF, Lipu, Lega Anticaccia, Lega Antivivisezione, IFAW, Italia Nostra, Greenpeace, Animali Fra Noi, UNA, Aispa… .un esercito… …

Consideri i vegetariani, lo zoccolo duro dell’animalismo, che sono ora 1.500.000. Così abbiamo 1.500.000 di vegetariani, il nucleo del popolo animalista, contro 700.000 cacciatori, ma i partiti curano solo i cacciatori, perché?

La risposta come un allegro “refrain” è sempre la stessa: portano voti e sono radicati nel territorio. Ma è così? Portano voti? E dove sono i cacciatori in questo paese?

Secondo i dati pubblicati dalla LAV, nel 1999, nel nord, dove i DS e la sinistra boccheggiano e sono in calo, i cacciatori sono 262.406.

Piemonte 37.200
Valle d’Aosta 1.579
Lombardia 102.140
Trentino Alto Adige 13.365
Veneto 63.851
Friuli Venezia Giulia 13.456
Liguria 30.865

Nella fascia rossa, se mi permette di usare questa logora espressione, dove i DS e la sinistra raccolgono un notevole numero di voti, sono 244.508.

Emilia Romagna 64.133
Toscana 135.204
Umbria 45.171

Nelle Marche e nel Lazio, esterni alla fascia rossa, sono 112.609.

Marche 35.498
Lazio 77.111

Nel Sud che non concede un grande numero di voti ai DS e alla sinistra i cacciatori sono 202.527 (e mancano le statistiche della Sardegna)

Abruzzo 15.161
Molise 3.871
Campania 53.298
Puglia 31.565
Basilicata 8.644
Calabria 34.593
Sicilia 55.395

Affermare quindi che i cacciatori siano generalmente di sinistra è un grave errore. Più giusto sarebbe dire che forse un 30% della totalità dei cacciatori vota a sinistra. Arrivando al nocciolo della questione quanti possono essere i voti elargiti ai DS da parte dei cacciatori? Diciamo circa 200.000 On.le Mussi? Sto esagerando?

Ora immaginiamo uno scenario differente. Un partito lungimirante, disposto a rischiare, fa una radicale scelta di campo definendosi difensore dei diritti degli animali e dichiarandosi apertamente contro la caccia. Immagini la notizia ampiamente pubblicizzata dai media. Immagini i milioni di possessori di animali che leggono una notizia del genere. Non c’è dubbio il partito lungimirante perderebbe i voti dei cacciatori e delle loro famiglie, ma quanti voti acquisterebbe dai settori del mondo animalista – ambientalista- ecologista? Le sembra logico quello che dico? Varrebbe la pena rischiare? E’ fantapolitica?

Ma molti dicono: ci sono interessi economici notevoli dietro la lobby dei cacciatori e si riferiscono all’industria della caccia. Nel 1999: 6000 miliardi di fatturato, 1000 miliardi di fatturato nel 1994; 32.000 addetti; 1760 armerie eccetera…eccetera.. Un giro d’affari di 20.000 miliardi di lire del settore se si includono le spese di abbigliamento e gli accessori. La spesa pro capite per ciascun cacciatore per armarsi, camuffarsi da Rambo e massacrare conigli è di circa 5.000.000 di lire eccetera… … eccetera… … .

Non riesco ad immaginare tangenti elargite ai DS da parte del mondo delle armi. Non posso crederlo.

Ma qualcuno potrebbe dire: esiste già un partito i Verdi. Giusto. Ma il problema è che numerosissimi animalisti e ambientalisti non votano per i Verdi per una semplice ragione: i Verdi appaiono come un partito che difende gli animali ma che non ha fatto una scelta radicale di campo. Agli animalisti i Verdi appaiono come una galassia composita, come un agglomerato di fazioni in un partito ove i cacciatori convivono con chi li detesta.

Personalmente ritengo vitale la presenza dei Verdi in Italia e nel mondo e mi auguro che crescano elettoralmente, ma capisco quello che numerose persone pensano. Ho incontrato moltissimi dirigenti di movimenti animalisti che non danno il loro voto ai Verdi o alla sinistra per le ragioni che ho esposto.

Onorevole, quando una lobby precipita radicalizza la sua lotta. I cacciatori stanno crollando e quando qualcosa finisce rigurgita, spesso, l’ultimo orrore: una cornucopia di violenze e di menzogne. Faccia attenzione perché gli avvelenatori genereranno violenza a causa dei bocconi avvelenati e provocheranno molto presto una violenta reazione. Già in molti parlano di ronde.

Forse il mio è un esercizio di pura futilità me ne rendo conto, ma rifletta su quello che ho scritto, anche se capisco perfettamente che anche quando i cacciatori saranno ridotti in 100.000 continueranno ad influenzare negativamente la sinistra. Forse la caccia è fatalmente nel vostro DNA.

Un’ultima domanda: che prova Onorevole, sapendo che la Toscana, la sua regione, appare agli occhi del mondo come una regione ove una minoranza di assassini pratica lo sterminio di innumerevoli animali con l’uso di veleni?

135.204 cacciatori = numero uno negli avvelenamenti in Italia. Altro che cittadini stranieri: i conti tornano.

Paese normale? Ma si, riparafrasiamo Totò: Ma ci facciano il piacere!

Un caro saluto.

Paolo Ricci.