Lettera a Fulco Pratesi

Lettera a Fulco Pratesi
(Riguardo al disinteresse e al buonismo delle associazioni di fronte agli appelli contro i soprusi dei cacciatori)

Castiglion Fiorentino, 21/10/99

Fulco Pratesi
Presidente WWF
Via Garigliano, 57
Roma 00198

Egregio Dr Pratesi,

le invio una documentazione riguardante i bocconi avvelenati e la “Mala caccia” in Val di Chiana. Spero troverà il tempo per leggerla. Come vedrà ho vissuto troppo all’estero ed ho reagito, a quelli che considero atti di provocazione e di sopraffazione, nella maniera alla quale si dovrebbe sempre rispondere. Da uomini e non da quaquaraquà.

Il risultato è fortemente deludente. Sperare in questo paese in un vago sostegno è folle. Un cittadino che si ribella alla violenza rischia di essere isolato, preso per stravagante, per matto. E’ la cultura del sospetto, dell’infamia. Pensi all’incredibile numero di persone che hanno avuto la propria bestia avvelenata ed hanno taciuto per timore di reazioni da parte dei cacciatori. La stessa Muriel Spark ha avuto sette animali avvelenati e continua a ripetere che nessuno ha fatto e fa niente.

In questo paese bisogna subire sempre. Pizzi, Mafia, Camorra, Corona Unita, scafisti, delinquenza minore, gente che vaga armata e minacciosa nel tuo giardino. Tutto. E se reagisci si erge un muro di gomma. Insomma non frega niente a nessuno. Sia gentile, legga la documentazione e capirà.

Prendo atto dell’indifferenza atavica e continuo. Io sono di quelli che non mollano e vado avanti per la mia via. Ma moltissimi abbandonano. I miei amici mi dicevano: farai un buco nell’acqua. Nessuno ascolta. Per una settimana i bambini non sono venuti nella mia casa perché la madre temeva reazioni da parte dei cacciatori. Uno rischia, ma è solo il sostegno morale non è sufficiente. Mi chiedono di spedire il materiale, lo ricevono, poi silenzio assoluto.

Mi permetta di dirLe c’è gente che rappresenta i movimenti ambientalisti e il WWF che è più eterea di un fantasma, più inutile di un defunto.

Le dico la verità: ho l’impressione di disturbare, di dare noia, mi trovo sempre con persone che ascoltano annoiate, con aria stressata, stanca, che hanno altro da fare. Questo vuoto, questo senso di abbandono porterà i giovani direttamente all’ALF, che mi sembra si sia già materializzata in Italia. Se uno subisce violenze cerca appoggi non inviti a convegni di spiritualità francescana.

Mi hanno aiutato o almeno ascoltato Ennio Bonfanti della LAV, il Prof. Consiglio Del LAC, De Piano, Grazini e le guardie del WWF di Arezzo, la sig.ra Papais e Gallorini dei Verdi a Castiglion Fiorentino. L’unico in un deserto ambientalista.

Ho scoperto ieri una cosa inverosimile. In una chiesa di Foiano della Chiana, provincia di Arezzo si svolge nella chiesa del Carmine *, all’apertura della caccia, verso il 10 settembre, se non erro, una funzione religiosa particolare, direi fantozziana. Il parroco Don Vannuccio benedice i cacciatori pregando affinché siano in grado di massacrare un buon numero di animali.

Il sant’uomo spiega le ragioni dell’invocazione all’Altissimo così: “Se i cacciatori accoppano un bel numero di allodole, di passeri, di tortore e di altri animaletti di dieci grammi non bestemmiano”. Ha detto proprio così il buon prete, dr Pratesi, siamo in puro medioevo. Terreno stupendo per Lucci e le Jene o per Striscia la Notizia. Immagino che con i suoi contatti non Le sarebbe difficile farli arrivare in loco.

Ecco un sant’idiota, altro che menate sulla spiritualità francescana, qui siamo ai livelli del trattato sulla caccia “Ricreazioni legali” di San Francesco de Sales, lo conosce ? Una grande vergogna.

Io sono stato allevato da un nonno, che amava profondamente gli animali e che aveva la fissa con Schopenhauer e mi ripeteva, come un ritornello, la frase del filosofo tedesco, che rivolto al Dio cristiano gridava: ” Potevi dire una parola e non l’hai detta”. La seconda fissazione dell’avo riguardava il tempio di Gerusalemme, che definiva un mattatoio, e Jahvè che definiva un macellaio. Un Moloch degli animali. Immagini a sentire la nefandezza della Chiesa del Carmine cosa provo….vecchi ricordi mi svolazzano nel cranio come allodole. Un’ultima cosa, se quei delinquenti mi appaiono di nuovo armati, davanti alla casa, con i bambini che guardano la scena, e riprovano ad insultarmi io reagirò.

Poi accada quel che accada.

Distinti saluti.

Paolo Ricci.